L’intuito nello Shiatsu: la mia percezione

L’intuito nello Shiatsu: quando ho cominciato a studiare Shiatsu tutto era molto semplice. Avevo poche tecniche a disposizione e il tempo mi bastava per usarle tutte.

Con il proseguire degli studi mi sono però trovato nella condizione di dover fare delle scelte. Non era più così tutto semplice. Le tecniche che imparavo erano tante e ovviamente non potevo sottoporre il mio ricevente a tre ore di trattamento.

Certamente un supporto teorico faceva da guida e la logica mi indirizzava verso un’idea ordinata e il più possibile efficace. Pensare era, inizialmente, il mio strumento di scelta.

La logica però non dava sempre risposte soddisfacenti e il trattamento cominciava ad avere delle zone poco chiare e poco coerenti. Questo portava incertezza nella mia mano e nella mia attenzione. Ero decisamente insicuro di quello che facevo

Al contempo vedevo agire Claudia, la mia insegnante, in modo del tutto istintivo e che alle mie domande sul “perché hai fatto questo?” non dava risposte razionali. O meglio trovava una spiegazione al gesto fatto in realtà d’impulso.
Lo faceva e basta, ed io traducevo tra me e me con “perché l’ha sentito!”.
Il passaggio del “sentire” era uno step che io solo consideravo, per lei era azione pura, senza sospensioni.

Il passare degli anni

Credo di aver speso diversi anni dominato da questa curiosità,  la mia struttura mentale e poco istintiva cercava una spiegazione a ciò che probabilmente poteva essere tradotto come “l’intuito nello Shiatsu”.

Nel frattempo accadeva di agire, alle volte, in modo istintivo e senza premeditazione. Con un gesto non pensato, e scaturito dal corpo immediato e fluido. Questi momenti risultavano, a conti fatti, quelli più efficaci e non di rado risolutivi. Ogni volta, a posteriori, cercavo di capire razionalmente cosa era accaduto.

In questa esplorazione mi sono spesso perso nel confondere l’intuito nello Shiatsu con la spontaneità, fino poi a comprendere la diversa qualità di queste due dinamiche. Percepivo la spontaneità come sul filo di un rasoio, un passo in più e mi ritrovavo in uno stato di confusione e non aderenza al trattamento.

Un altro insegnante mi diede in quel periodo un consiglio riguardo all’intuito nello Shiatsu che si dimostrò illuminante.

Struttura – Variazione – Spontaneità

La spontaneità deve contenere in se la struttura (che include la tecnica) passando prima per una variazione della struttura stessa. La spontaneità senza struttura è caos.
E’ come se la struttura fosse la radice dell’albero della spontaneità.
Un equilibrio Yin/Yang che oltre a dare stabilità permetteva al corpo di liberarsi senza perdersi.
La qualità dell’intuito nello Shiatsu si stava delineando nella mia percezione.

Con il tempo ho cominciato a riconoscere la sua pasta energetica e a distinguerlo, non sempre però, dai voli pindarici della fantasia e dalle contorsioni nozionistiche della mente.

Procedeva intanto la mia esperienza ed ascoltare me stesso durante la pratica cominciava ad essere molto frequente. E delle volte ero “sveglio” proprio in quel momento magico dell’attività intuitiva. Realizzavo che il movimento che ne derivava, portandomi verso questa o quella zona del corpo del ricevente, era fluido, leggero e quasi sostenuto nel suo andare.
Era come se mi vedessi fare il gesto un attimo prima di farlo. Il corpo non faceva altro che ricalcare una immagine creata della mente spontaneamente.

I tasselli si incastrano

I tasselli cominciavano ad incastrarsi. La mia ricerca sul corpo constatava in modo chiaro che le intenzioni del corpo mettevano in movimento tessuti veramente importanti (Fascia) che erano in grado di imprimere al sistema scheletrico/muscolare una direzione

Intuizione – Intenzione – Fascia – Movimento

L’intuito nello Shiatsu attivava in pratica un’intenzione che direzionava la fascia che muoveva poi il corpo.
Se l’intenzione di aiutare il mio ricevente era ben focalizzata, l’intuizione rimaneva in quel campo di obiettivi e mi guidava quindi fisicamente nella scelta.

Con l’esercizio tutti i passaggi intermedi diventavano velocissimi e l’intuizione muoveva il corpo sotto un impulso quasi immediato. La mia percezione realizzava allo stesso tempo che, per via del meccanismo sopra descritto (la fascia ha una grande forza), la fatica nel trattamento diminuiva. E la fluidità (altra caratteristica della fascia) aumentava. Allo stesso tempo non perdevo il senso di aderenza a ciò che stavo facendo.

Tornava con quello che vedevo nella mia insegnante e tornavano anche quelle frasi che spesso sentivo sul senso di rilassamento e pienezza da parte dell’operatore dopo un trattamento andato bene.

Hara

L’intuito nello Shiatsu attivava in pratica un’intenzione che direzionava la fascia che muoveva poi il corpo.
Se l’intenzione di aiutare il mio ricevente era ben focalizzata, l’intuizione rimaneva in quel campo di obiettivi e mi guidava quindi fisicamente nella scelta.

Con l’esercizio tutti i passaggi intermedi diventavano velocissimi e l’intuizione muoveva il corpo sotto un impulso quasi immediato. La mia percezione realizzava allo stesso tempo che, per via del meccanismo sopra descritto (la fascia ha una grande forza), la fatica nel trattamento diminuiva. E la fluidità (altra caratteristica della fascia) aumentava. Allo stesso tempo non perdevo il senso di aderenza a ciò che stavo facendo.

Tornava con quello che vedevo nella mia insegnante e tornavano anche quelle frasi che spesso sentivo sul senso di rilassamento e pienezza da parte dell’operatore dopo un trattamento andato bene.

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Michele Marchesani

Michele Marchesani operatore e insegnante qualificato di Shiatsu, fondatore del Tatto Interno.

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